Diventare mamma a Copenaghen

Da quando è nato Sebastian, due mesi fa, ho avuto modo di confrontare la mia esperienza di mamma a Copenaghen con quella delle mie colleghe italiane. Ci sono molti punti in comune ma anche alcune differenze. In questo post, scritto per metà sul cellulare tra una poppata e l’altra e per metà al computer mentre Seb gioca (vedi sopra), tento di esporre in modo conciso la mia esperienza dalla gravidanza ai primi mesi post partum.

1) Le visite in gravidanza. La differenza principale tra l’Italia e la Danimarca è che durante la gravidanza le visite non sono mai effettuate da ginecologi se la gravidanza è senza complicazioni, come nel mio caso. Le visite vengono condotte dalle ostetriche per tutta la durata della gravidanza, con l’eccezione di tre visite dal proprio medico della mutua. Il medico della mutua conduce anche una visita 8 settimane post partum, per verificare la completa guarigione dei muscoli e dell’apparato genitale della mamma.

Il sistema sanitario danese è completamente gratuito, o meglio lo paghiamo con le tasse!, e non esistono ticket o spese extra, nemmeno per le due ecografie previste in gravidanza (terzo mese e quinto mese). Le donne che desiderano ecografie extra si possono rivolgere a cliniche private e pagare di tasca propria. Nel nostro caso non lo abbiamo ritenuto necessario.

2) Il parto. L’ospedale dove ho partorito è lo stesso in cui si svolge la miniserie cult di Lars von Trier…The Kingdom. E’ il meglio attrezzato della Danimarca, e fortunatamente ubicato dietro casa nostra. La sala parto era fornita, tra le altre cose, di un letto comodo dove il partner o la partoriente potevano riposare e di gas esilarante! Anche durante il parto non ho mai visto un ginecologo. A mia disposizione solo le ostetriche, e quando è stato il momento di procedere con l’epidurale ho conosciuto l’anestesiologo. In Danimarca l’epidurale non si prenota. Se le condizioni della paziente sono adatte (quindi per esempio non si è già eccessivamente dilatate) si ottiene. No questions asked. Non esistono esami o colloqui preparatori. Evviva l’epidurale!

Le ostetriche offrono spesso sessioni di agopuntura durante il parto, come è avvenuto nel mio caso (per aumentare le contrazioni dopo che mi hanno tolto l’epidurale in fase di espulsione), o usano tecniche di massaggio come il rebozo. Le luci sono state mantenute molto basse per ricreare un ambiente confortevole e…casalingo.

Dopo il parto vengono serviti alcuni snack su un vassoio con le bandierine danesi! E viene generalmente offerto di tornare a casa propria o di recarsi in un ‘hotel post parto’ (vedi foto sopra). Per entrambe le opzioni si va via già tra le 4-6 ore dopo se il parto si è svolto senza complicazioni. Noi abbiamo scelto di approfittare della seconda scelta. Il vantaggio degli hotel post parto è che sono strutture pubbliche ma hanno l’aspetto e la struttura di hotel veri e propri, ma il bagno è fornito di pannolini per bimbi e mamme, mutande usa e getta per le mamme, e la stanza ha una culla a ruote che è possibile portare in giro per l’hotel. Nell’hotel post parto in cui siamo stati i pasti sono gratis per la mamma (colazione, pranzo, cena, merenda di pomeriggio e torta di mattina) e costano poco per il partner e eventuali ospiti.

Sia che si vada subito a casa propria o in hotel, si viene visitati da due ostetriche che danno istruzioni sul periodo post partum e forniscono una serie di documenti davvero utili che spiegano tutto nei dettagli, dall’ allattamento alla salute della mamma! Il mio documento preferito era un grafico che illustrava perfino il colore e la frequenza di cacca e pipi (vedi foto sotto).

Come credo avvenga in Italia, bimbi e mamme sono visitati il terzo giorno dopo il parto. La visita qui è svolta da ostetriche.

3) La community nurse aka l’infermiera neonatale! Questa è la parte che preferisco. La Danimarca prevede che tutte le donne che hanno partorito siano visitate a casa propria e aiutate da un’infermiera neonatale specializzata in allattamento e sviluppo del bambino. Qui sotto la vedete in azione mentre pesa Sebastian. La nostra infermiera viene in bici munita di zaino completo di tutti gli strumenti necessari! Questa donna mi ha dato consigli preziosi basati su ricerca scientifica, e sono sicura che è anche grazie a lei se il nostro piccolo mangia e dorme come deve. L’infermiera ci da anche consigli su come parlare al bambino, come stimolarlo e come NON stimolarlo, come sviluppare le capacità motorie e come aiutarlo ad addormentarsi.

Le visite si svolgono quando il bimbo ha circa 5 giorni, 10 giorni, 3 settimane, 2 mesi, 8 mesi. Se si è al primo parto, l’infermiera viene anche al quarto mese dopo il parto.

Con l’infermiera comunico spesso anche via sms, come quando mi ha chiesto di inviarle una foto della ferita ombelicale di Seb che dava segni di arrossamento anomalo, o della sua unghia incarnita.

Le mamme danesi vengono provviste di tutte le informazioni necessarie non solo per monitorare la salute dei bambini, ma anche per provvedere al loro sviluppo psicomotorio. Il sistema sanitario danese ha anche creato un’app a pagamento (circa 3 euro) che aiuta i neogenitori a monitorare la crescita dei bebè e contiene tutte le linee guida ufficiali relative a allattamento, salute del bambino e salute della mamma. Le stesse informazioni si trovano gratuitamente sul sito del ministero della salute, ma l’app è anche fornita di utili features di geolocalizzazione come la lista interattiva di posti breastfeeding friendly e dei locali provvisti di fasciatoio, e una funzione che riproduce rumore bianco (sove lyd in danese) per far addormentare i bimbi. Ecco uno screenshot dell’app.

4) Mødregruppe, il gruppo delle mamme. Ci vuole un villaggio per crescere un piccolo…e anche un gruppo di mamme. Il sistema sanitario danese prevede che ad ogni mamma venga offerta la possibilità di fare parte di un mødregruppe, o gruppo di mamme. Generalmente il gruppo è composto da 6 mamme che vivono nello stesso quartiere, nel mio caso a max 500 metri una dall’altra, e che hanno partorito piu’ o meno nella stessa settimana. Il gruppo viene formato dalle community nurses e le mamme ricevono un sms con istruzioni precise riguardo a dove avviene il primo meeting. Tutti gli incontri sono curati dalle mamme stesse che decidono di cosa discutere e si svolgono a casa di queste o in altri locali concordati dal gruppo. Gli incontri sono settimanali.

5) Dulcis in fundo…in Danimarca ho scoperto le culle pensili o amache per bebè. Qui vanno molto di moda, e anche noi ne abbiamo appena comprata una che vedete in azione qui sopra! Questa è di Natures Sway, una marca neozelandese, e sembra avere un potere soporifero grazie al movimento dolce e alla forma avvolgente. Si può appendere allo stipite delle porte (cambiandone posizione ogni volta che si desidera) oppure al soffitto… o al ramo di un albero per sonnellini all’aperto. L’amaca è portatile e si trasforma dunque in comoda culla da viaggio.

Questo è tutto, per ora. O quasi! Siamo già andati a visitare alcuni asili nido come questo che vedete qui sotto. A Copenhagen bisogna mettere i bimbi in lista d’attesa al più tardi al quarto mese di età. Le carrozzine in legno che vedete nella foto sono tipiche degli asili nido danesi, e sono posizionate in una stanza senza riscaldamento. E’ qui che tutti i bambini fanno i riposini pomeridiani ogni singolo giorno, anche durante l’inverno. Se i genitori ne danno il permesso scritto, è anche possibile fare in modo che i bimbi dormano all’aperto in carrozzine apposite (è possibile fino ai meno dieci gradi di temperatura esterna!). Questa è un’ usanza davvero molto diffusa.

Ci vediamo presto sulle pagine di questo blog, ora che ho appreso l’arte di scrivere al computer mentre mio figlio dorme appisolato nel marsupio…

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